Wabi-sabi: Il bello dell’imperfezione
Spesso consideriamo i piccoli difetti della nostra casa come qualcosa da nascondere o da correggere alla prima occasione, e questo può essere un ostacolo per il nostro relax, per il nostro sentirci veramente a casa.
Eppure, c’è qualcosa di estremamente accogliente in un ambiente che percepiamo come vissuto, intimo e autentico.
E’ propio questo ciò che vuole veicolare la tendenza del Wabi-sabi – di cui ti parlo oggi – basata su un pensiero di origine nipponica che invita non solo ad accettare l’imperfezione, ma a trovare in essa la bellezza delle piccole cose, che spesso si cela soprattuto nei difetti.
“Wabi-sabi” È un termine difficilmente traducibile: la prima parola si riferisce alla semplicità della vita in sintonia con la natura; la seconda invece indica l’inesorabile scorrere del tempo e la serenità che deriva dall’accettarne la transitorietà.
Questo trend si sviluppa all’insegna della semplicità e trova nella natura il suo più fedele alleato: infatti come la natura cambia in continuazione, questa filosofia è un incoraggiamento ad accettare con consapevolezza lo scorrere del tempo.
Uno vero e proprio “stile di vita” che si basa su tre principi:
⁃ nulla è perfetto, ⁃ nulla è finito
⁃ nulla è duraturo.
Tutto ciò si riflette in interni che non rincorrono una perfezione impeccabile, ma che riflettono la quotidianità di chi li abita, con una predilezione per l’asimmetria e le forme irregolari, per materiali naturali, prodotti artigianali e oggetti raccontano una storia: è infatti nei prodotti realizzati a mano si possono trovare quei “difetti”, nati dal processo di lavorazione, che regalano unicità al nostro spazio.
E dove trovare questa “perfetta imperfezione” se non nella natura, maestra di un equilibrio che si allontana da forme precise e che ritroviamo nei materiali organici come il legno – con le sue venature e i suoi nodi sempre irripetibili – o la pietra, con le sue forme asimmetriche e irregolari.
Tra i tessili spiccano invece il lino grezzo e il cotone organico, che regalano texture rustica e naturale.
A questi materiali si possono poi accostare oggetti artigianali – come ceramiche dai bordi irregolari – o ancora oggetti in marmo con profonde ed intense venature o vasi in vetro soffiato.
La scelta dei materiali determina le palette che dominano gli spazi arredati con questo stile. Sono le tonalità neutre a restituire quel senso di semplicità e serenità che il Wabi-sabi si propone di individuare.
Sabbia, beige e toni della terra riflettono il calore della natura, ben accetti anche i grigi e bianchi non troppo freddi.
Eppure non occorre limitarsi a queste scelte cromatiche: possiamo inserire tonalità che virano dal rosa al carta da zucchero, fino al verde salvia.
La predilezione di questo stile per materiali resistenti come legno, pietra e bambù ne fa un buon alleato per chi cerca di creare spazi sostenibili: pochi pezzi, ma di buona qualità.
La spinta che questo stile di vita dà all’accettazione dello scorrere del tempo e l’invito ad abbracciare l’imperfezione, ci porta anche ad integrare nella nostra casa mobili di recupero unici e carichi di storia. Se accettiamo che nulla è perenne, se troviamo la bellezza anche e soprattutto in oggetti vissuti che portano segni di usura, saremo meno tentati dal sostituirli con frequenza.
Resto affascinata da questa filosofia, che porta con sé una visione della vita molto onesta e gentile, in contatto con la natura!